Se la Federal Reserve porterà, entro fine anno, i tassi d’interesse al 4%, la Bce li aumenterà fino al 2%-2.5%.
Questo significa che, visto l’attuale “spread” sui Titoli di Stato italiani, i rendimenti del Btp decennale potrebbero salire dal 3.3% attuale al 4.5%-5% e di conseguenza i prezzi crollare ulteriormente da 118 Eur attuali a 100 Eur.
Il Btp decennale ha già perso il 24% dai massimi di 155 Eur a oggi.
Il mercato adesso si aspetta che la Fed porti i tassi d’interesse al 4% entro fine anno, dal momento che Eurodollar Future con scadenza Dicembre 2022 (il cui valore, per un singolo contratto, è di 250.000 Usd e ne vengono scambiati milioni, principalmente da clienti Istituzionali globali, per “scommettere” su dove saranno i tassi d’interesse entro fine anno) adesso quota 96 Usd.
Tutte le potenze economiche mondiali, a parte il Giappone e la Russia, stanno alzando i tassi d’interesse.
Tutte e tre queste cose, adesso sono finite e i mercati finanziari sono nel panico.
I consumi industriali di gas, in Italia, sono in calo del 10% rispetto alla media degli anni precedenti (escluso il lockdown del 2020), ovvero la domanda di gas è calata, anche se l’offerta russa è aumentata, dal momento che è stato richiesto il “massimo contrattuale” e la Russia sta inviando tutto il gas richiesto: ciò consente di riempire gli stoccaggi (attività che procede a rilento, poiché effettuata in perdita) e quindi se ci fosse una domanda industriale normale, non riusciremmo a soddisfarla.
Per la legge della domanda\offerta, con un consumo industriale di gas in calo, i prezzi del gas dovrebbero diminuire e invece sono aumentati di 5 volte: le privatizzazioni di Autostrade, Eni, Snam e di molte Banche, sono diventate un “boomerang”, perché adesso sono controllate da Fondi e investitori esteri, che non si curano affatto delle sorti economiche del nostro Paese, ma pensano solo ai propri profitti.
Da Maastricht a oggi, il presupposto di una Comunità Europea economicamente più forte, è stato del tutto disatteso: dopo 30 anni, appare evidente che i Paesi dell’ Eurozona sono stati quelli più colpiti dalle crisi economiche/finanziarie, mentre le economie avanzate mondiali, si sono sempre comportate meglio.
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