La pandemia ha lasciato strascichi drammatici, non solo sotto il profilo sanitario, ma anche socio-economico: l’inflazione e l’aumento dei prezzi ne sono un esempio emblematico.
Il prezzo del gas naturale, ad esempio, è aumentato di sei volte rispetto ad un anno fa e quello del carbone è cresciuto del 300% in poco tempo: alcuni Paesi della Comunità Europea hanno dichiarato di non avere le materie prime per far fronte al fabbisogno energetico nazionale e questa notizia ha fatto schizzare il prezzo del gas naturale del 60% in soli due giorni.
Contrariamente a quanto sostengono molti, l’aumento dei prezzi non è un fenomeno transitorio, ma un trend che rischia di aggravarsi nei prossimi anni, dal momento che il lockdown ha bloccato per lungo tempo i trasporti internazionali di materie prime, determinando una scarsità di risorse che, a sua volta, ha causato l’attuale aumento dei prezzi e la conseguente inflazione mondiale.
Purtroppo si tratta di un fenomeno che continuerà a crescere globalmente e non potrà essere controllato dagli interventi di politica monetaria delle Banche Centrali, perché deriva da decisioni drastiche, prese per far fronte alla pandemia: a farne le spese siamo soprattutto noi consumatori, che vedremo incrementare in maniera spropositata le nostre bollette di gas, elettricità ed i prezzi dei carburanti.
Ma non solo: l’inflazione che sale ed i tassi di interesse a zero, rischiano di “erodere fino all’osso” tutti gli investimenti obbligazionari in titoli governativi ed anche corporate, dal momento che questi Bond sono esposti ad un concreto rischio di perdita, non solo per quanto riguarda i rendimenti, ma anche per la quota di capitale investito.
Di fronte a questo scenario così allarmante, sarebbe fondamentale riuscire a proteggere il proprio capitale, trovando soluzioni di investimento più sicure rispetto alle obbligazioni.
Purtroppo, però, le Banche stanno sminuendo, o addirittura nascondendo questi rischi e nella maggior parte dei casi continuano a consigliare come investimenti prudenti quelli obbligazionari che, invece potrebbero rivelarsi estremamente rischiosi, proprio per lo scenario di tassi di interesse a zero e di inflazione crescente.
Per far fronte a questa crisi, sarebbe necessario ristrutturare i portafogli finanziari, non solo nella parte obbligazionaria ma anche in quella azionaria: bisogna investire in maniera intelligente e mirata, ad esempio inserendo degli investimenti inflation linked, il cui rendimento è legato all’aumento dell’inflazione.
Per farlo, però, occorrono specifiche competenze, grande attenzione, professionalità e soprattutto indipendenza.
È necessario, infatti, scegliere con cura i bond inflation linked da considerare, scegliendo ad esempio tra quelli Europei, Americani, dei Paesi emergenti, dei Paesi Asiatici, in valuta e con una duration breve piuttosto che lunga.
Ancora una volta, dunque, il ruolo del consulente finanziario è indispensabile, sia per aiutarti a cogliere nuove opportunità, come ad esempio i Bond inflation linked, sia per proteggere il tuo portafoglio dalla crescente inflazione e dai tassi negativi.
Affidarsi a dei veri esperti come “Andrea Braglia – Consulenza Indipendente” è il modo migliore per proteggere il tuo capitale e valorizzare i tuoi investimenti, trovando le soluzioni di investimento più innovative e vantaggiose, quelle che anche le Banche ignorano o tendono a nasconderti.
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