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IL CALO DEI MERCATI EQUITY E’ TERMINATO ?

Nell’attuale contesto (dove risulta impossibile elaborare tutte le notizie, sia quelle di natura economica, che quelle sociali, per comprenderne le possibili conseguenze sui mercati finanziari) l’unico modo per prevedere cosa possa accadere sui mercati finanziari, è quello di studiare l’andamento degli Indici in termini di prezzo.

La price-action dei mercati ci permette di avere dei riscontri oggettivi ed imparziali, dati appunto dalle quotazioni e dalle chiusure giornaliere, settimanali e mensili degli Indici azionari, obbligazionari e monetari: in un contesto di grande volatilità, incertezza e timore come quello attuale, solo un indicatore “certo” come il prezzo può esserci utile.

La mia analisi, perciò, considera sia il contesto macro-economico (analisi fondamentale), che gli aspetti più correlati con l’andamento degli Indici di mercato, quali i flussi di liquidità, i volumi, la volatilità, l’analisi tecnica ( DeMark e Gunn) oltre ai contatti con i trading-desk delle principali Investment Banks Usa, dove lavorano amici ed ex-colleghi, che hanno sempre accesso, prima di chiunque altro operatore, a dati più sensibili.

Tra questi dati, oltre al possibile intervento delle Banche Centrali a supporto dei mercati finanziari (come avvenne dopo il crollo delle torri gemelle ed anche nel periodo 2007-2008, dopo il fallimento di Lehman Brothers) è indispensabile cercare di capire cosa stiano facendo gli High Frequency Trading System (HFT), che oggi generano oltre la metà dei volumi complessivi scambiati sulle Borse mondiali.

HFT è una tipologia di trading completamente automatizzata, in grado di generare una moltitudine di calcolo in pochissimi secondi, analizzando i prezzi tick-by-tick ed eseguendo operazioni sul mercato in pochi millesimi di secondo: l’obiettivo è identificare e trarre vantaggio da rapidi sbilanciamenti di liquidità o da inefficienze dei prezzi di brevissima durata.

HFT, per esempio, associano le strategie di trading a determinate parole presenti nelle notizie economiche, riuscendo ad anticipare l’impatto negativo o positivo sui prezzi di mercato, sfruttando la possibilità di minimizzare il tempo necessario per l’interpretazione della notizia e l’invio degli ordini di negoziazione. 

Gli HFT sono di fatto di proprietà delle principali Investment Banks Usa, anche se scorporati dall’azienda “madre”, in appositi ” black box”, ovvero edifici costruiti a poche decine di metri dalla sede delle Borse, per poterne intercettare meglio e più rapidamente i flussi di informazioni e di prezzo.

Il Dow Jones (dove investono i clienti Istituzionali di tutto il modo, rispetto a S&P500, nel quale investono i clienti retail americani) ha segnato il suo massimo il 12 febbraio 2020 a 29.551 punti ed ha chiuso venerdì sera (chiusura mensile di febbraio) a 25.409 punti, con una correzione pari a -14% in una settimana: nonostante la perdita sia stata violenta ed improvvisa, rimane molto modesta rispetto al guadagno che il Dow Jones ha realizzato da marzo 2009 ad oggi, pari al + 242%circa.

E’ possibile che nei prossimi giorni ci sia un rimbalzo tecnico del Dow Jones, ma ritengo che la correzione non sia ancora terminata ed in particolare la rottura al ribasso del primo supporto a 25.335 punti e del secondo a 24.551 punti, possa fare scendere ancora il DJ fino all’area 22.000 – 21.000, punti con un’ulteriore potenziale perdita di – 10%\ -14% circa.

Ad oggi ritengo che quella in corso sia solo una correzione e non l’inizio di un trend ribassista di medio-lungo termine, con conseguente crash dei mercati azionari: questa ipotesi dovrà essere rivista, nel caso le notizie sul corona virus diventassero allarmanti a livello mondiale.

Come conseguenza della mia analisi, ad oggi credo che ci potrà essere un’ottima buy opportunity, per investire sui mercati azionari a prezzi convenienti, non appena l’attuale fase di correzione sia terminata e comunque sempre nell’area che citavo di 22.000 – 21.000 punti.

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