Gli Stati Uniti e l’Europa vogliono accerchiare Mosca, bloccando le operazioni in crypto, ma il Bitcoin è salito del +15% dall’introduzione delle sanzioni e rappresenta lo strumento ideale per transazioni monetarie al di fuori dei canali ufficiali.
Coinbase e Binance, due dei più grandi exchange al mondo per scambiare criptovalute, hanno ribadito che “non intendono vietare ai clienti russi di utilizzare le loro piattaforme, che rappresentano un’ ancora di salvezza, ora che il rublo sta crollando”: gliexchange affermano che “non congeleremo in maniera unilaterale milioni di conti di utenti senza colpe” e che “è un errore pensare che aziende crypto come Coinbase non seguano la legge”
https://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/teleborsa/finanza/crypto-coinbase-e-binance-non-vietano-a-russi-di-usare-piattaforme-65_2022-03-04_TLB.html?lang=it
Il sito della Consob, spiega che il termine si compone di due parole: cripto e valuta, si tratta quindi di valuta ‘nascosta’, nel senso che è visibile/utilizzabile solo conoscendo un determinato codice informatico (le c.d. ‘chiavi di accesso’ pubblica e privata, in linguaggio ancora più tecnico).
La criptovaluta non esiste in forma fisica (anche per questo viene definita ‘virtuale’), ma si genera e si scambia esclusivamente per via telematica: non è pertanto possibile trovare in circolazione dei bitcoin in formato cartaceo o metallico.
Alcuni concetti tradizionalmente utilizzati per le monete a corso legale, come ad esempio quello di ‘portafoglio’, sono stati adattati anche al contesto delle monete virtuali, dove si parla di ‘portafoglio digitale/elettronico’ (o wallet digitale/elettronico o semplicemente e-wallet).
La criptovaluta, ove ci sia consenso tra i partecipanti alla relativa transazione, può essere scambiata in modalità peer-to-peer (ovvero tra due dispositivi direttamente, senza necessità di intermediari) per acquistare beni e servizi (come se fosse una moneta a corso legale a tutti gli effetti).
Un’altra classificazione in uso prevede la suddivisione tra moneta virtuale ‘chiusa’, ‘unidirezionale’ e ‘bidirezionale’: la differenza tra le tre fattispecie risiede nella possibilità o meno di poter scambiare la criptovaluta con moneta a corso legale e nella tipologia di beni/servizi acquistabili (il bitcoin, ad esempio, è una moneta virtuale biridezionale in quanto può essere facilmente convertita con le principali valute ufficiali e viceversa).
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