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Crisi del debito europeo: BCE “all’angolo”

La Banca Centrale Europea ha annunciato che intende creare un nuovo strumento per affrontare il rischio di frammentazione finanziaria dell’Eurozona, eliminando le disparità dei tassi d’interesse pagati dagli Stati membri, che, pur in presenza di una moneta unica, vedono un aumento dei tassi nell’Europa meridionale rispetto a quella settentrionale: siamo nel 24° anno dall’introduzione dell’Euro e il mancato consolidamento del debito europeo (come avviene, invece, per il debito federale degli Stati americani) sta creando ulteriori problemi alla gestione fiscale della Comunità Europea

La Bce ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Da quando il graduale processo di normalizzazione delle politiche è stato avviato nel dicembre 2021, il Consiglio direttivo si è impegnato ad agire contro i rischi di recrudescenza della frammentazione”.

“La pandemia ha lasciato vulnerabilità durature nell’economia dell’area dell’euro, che stanno effettivamente contribuendo alla trasmissione non uniforme della normalizzazione della nostra politica monetaria tra le giurisdizioni”

Maggiore disparità

La BCE sostiene ora che “reinvestirà i rimborsi” dal suo programma d’emergenza per l’ acquisto di Bond europei, ovvero che, in altre parole, non ridurrà il suo bilancio relativo alle obbligazioni che sono sotto pressione (ovvero i Titoli di Stato europei, i cui rendimenti stanno salendo, a seguito del rialzo dei tassi d’interesse, con conseguente crollo dei prezzi), causando, di conseguenza, una maggiore disparità e frammentazione finanziaria.

La Bce ha inoltre affermato che il suo impegno nei confronti dell’Euro, rappresenta di fatto la sua politica anti-frammentazione e che questo impegno “non ha limiti”.

La pressione sugli Stati dell’Europa meridionale

Gli Stati meridionali dell’Ue hanno dovuto sostenere costi d’indebitamento più elevati, a seguito dell’introduzione dell’Euro, durante la “crisi del debito sovrano” nel 2011 e ora, in mancanza di un consolidamento del debito europeo, si trovano a pagare tassi d’interesse più alti rispetto agli altri Stati membri: il presupposto di una politica monetaria unica (Euro), per 19 diverse posizioni fiscali (quelle degli Stati membri Eu), non può funzionare.

Crisi del debito sovrano europeo

La decisione della Bce di reinvestire ciò che aveva acquistato in precedenza, conferma che è in corso una grave crisi del debito sovrano europeo.

Rendimento Titoli Stato Italiani a 30 anni

Il rendimento annuo dei Titoli di Stato italiani con scadenza 30 anni, ha raggiunto il 4%, rompendo al rialzo la trend-line (linea rossa) di lungo periodo, che parte dai rendimenti massimi del 1994.

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