Blog

Costi dei Fondi: in Italia tra i più alti al mondo

Di recente è stato pubblicato il nuovo report di Morningstar sui costi dei Fondi comuni e l’Italia, ancora una volta, si colloca agli ultimi posti insieme a Taiwan: il Global Investor Experience Study di Morningstar (leader nella ricerca indipendente) è un report annuale che confronta i costi ricorrenti che un investitore in Fondi deve sostenere in Italia, con quelli degli investitori di altri 26 Paesi.

Perché i costi dei Fondi sono importanti

I costi dei Fondi riducono i rendimenti per gli investitori e rendono difficile per gli Asset Managers generare un extra performance (rispetto al benchmark), che dovrebbe garantire un Fondo comune attivo: inoltre, più alto è il costo per il risparmiatore, minore è il rendimento che il Fondo sarà in grado di generare e dal momento che la performance non può essere certa, risulta indispensabile scegliere soluzioni di investimento che contengono al massimo la variabile dei costi. Oltre l’80% dei Fondi comuni attivi, non è in grado di battere il proprio benchmark di riferimento, nel medio-lungo termine, proprio a causa del notevole impatto di costi e commissioni (SPIVA Morningstar).

Chi incassa i costi presenti nei Fondi?

La maggior parte dei costi gravanti sui Fondi comuni attivi, non remunera chi ha strutturato il prodotto (ovvero i Gestori del Fondo, che amministrano i capitali degli investitori che lo hanno comprato) ma le reti commerciali ed i promotori finanziari, che sono preposti alla vendita di quel prodotto: due terzi delle commissioni di gestione remunerano chi colloca il prodotto e non chi lo ha strutturato, oppure chi lo gestisce.

Perché l’Italia si trova tra gli ultimi posti

L’Italia, insieme a Taiwan, ha costi e commissioni tra i più elevati del mondo, dal momento che il nostro mercato della consulenza finanziaria si basa soprattutto sulla vendita di prodotti finanziari: se venissero eliminati i 2/3 della commissione di gestione, che remunerano le reti di vendita (Banche e promotori finanziari in primis), gli investitori otterrebbero rendimenti molto più alti. Questo costo, però, non si può eliminare, a differenza delle commissioni di ingresso (una tantum), che invece sono applicate a discrezione di banche e consulenti: nei Paesi con un punteggio più elevato (Australia, Olanda e Stati Uniti), il mercato della consulenza finanziaria non si basa sulla vendita di prodotti finanziari ed i costi dei prodotti sono molto inferiori: in questi Paesi, inoltre, è molto diffusa la consulenza finanziaria indipendente.

Risultati del report di Morningstar

Come si può notare dal grafico allegato, nelle sei classifiche stilate da Morningstar, l’Italia si posiziona sempre come uno dei peggiori 26 Paesi esaminati ed in due statistiche è addirittura all’ultimo posto ed al penultimo in un’altra.

Risultati statistiche Morningstar

Il Report Morningstar conclude che “in Italia, le spese elevate, insieme ad una struttura del settore dei Fondi che insiste utilizzando commissioni finali elevate, incidono notevolmente nel punteggio più basso dell’Italia per commissioni e spese dei Fondi comuni: I Fondi senza oneri sono accessibili agli investitori italiani, ma sono spesso più costosi in termini delle tariffe di base ed in pratica, le società (Banche e promotori finanziari) dichiarano un carico massimo in entrata ed in uscita nei loro documenti ufficiali, ma l’importo effettivo addebitato agli investitori varierà e spesso viene scartato del tutto”

Per saperne di più

Contattami per maggiori informazioni, proposte o anche solo per conoscermi meglio