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Cosa pensano i Millenials dei consulenti finanziari?

I millennials non si fidano dei consulenti finanziari.

Il 36% della Gen Y fa da sé quando si tratta di gestire i propri risparmi ed in particolare la confidenza nei propri mezzi ed il conflitto d’interesse giocano contro i consulenti: Spectrum Group ha condotto una sondaggio tra i millennials Usa, per comprendere quale sia il loro rapporto con il mondo della consulenza finanziaria.
Il 36% degli millenials intervistati, non si rivolge ad un consulente finanziario, perché confida nei propri mezzi ed inoltre ritiene che il conflitto d’interesse renda “poco professionale” la consulenza finanziaria: più di un quarto dei millennials ha due o più consulenti, rispetto al 12% della Gen X ed il 15% dei baby boomers utilizza più di un consulente.

Il rapporto tra i giovani d’oggi ed i professionisti della gestione patrimoniale non è affatto idilliaco, con più del 30% degli appartenenti alla Gen Y che non ha neppure un consulente finanziario: è quanto emerge da un sondaggio condotto da Specrtem Group sui millennials Usa (ovvero più di un quarto della popolazione statunitense stando ai dati del censimento) ed il loro modo di considerare la gestione del proprio patrimonio, sempre più in crescita e nel mirino dei consulenti.

Confidenza nei propri mezzi e conflitto d’interesse

Il dato più significativo della ricerca rivela che il 36% dei millennials intervistati non si rivolge ad alcun consulente finanziario: quali sono le motivazioni di questa diffidenza? La ragione più comune è la confidenza nelle proprie qualità di investitore, dal momento che il 38% ritiene di poter fare meglio di un professionista: il 22%, inoltre, ritiene che il loro consulente non operi nei loro interesse. In altre parole, è forte la percezione che il consulente sia più interessato a vendere prodotti finanziari, piuttosto che aiutare il proprio cliente: in generale, questa percezione riguarda il 55% dei millennials, con una differenza marcata rispetto al 34% dei baby boomers ed al 28% degli investitori più anziani, che la pensano in questo modo.

Solo il 20% dei millennials non è d’accordo con l’idea che i consulenti finanziari siano più interessati a vendere prodotti finanziari, piuttosto che aiutare i loro clienti: il ricorso, infine, all’aiuto di familiari e amici, è una valida ragione per non rivolgersi ad un consulente per il 16% degli intervistati, mentre solo il 13% identificano nelle commissioni da pagare al consulente il motivo della scelta.

Il Consulente Indipendente è la figura più utilizzata dai millennials 

Un altro problema a cui i consulenti devono fare fronte è che i millennials spesso si rivolgono a più consulenti e più di un quarto dei millennials utilizza due o più consulenti: solo il 12% della Gen X ed il 15% dei Baby boomers, invece, utilizza più di un consulente, mentre il 13% degli millennials utilizza tre o più consulenti finanziari. In questo caso, i motivi principali per rivolgersi a più di un consulente sono il bisogno percepito di prodotti ad hoc o servizi che il consulente principale non offre ed il fatto che non desiderano accentrare la gestione dei propri risparmi in una sola persona. Il consulente indipendente è la figura più utilizzata dai millennials per gestire il loro patrimonio, mentre il “discount broker” è la seconda più popolare: i millennials di solito non si rivolgono ad un “full-service broker” e comunque sono più propensi ad utilizzare un commercialista o un avvocato come persona addetta alla gestione del loro patrimonio.

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