Come anticipavo nel mio articolo di lunedì 13 giugno, la FED ha rialzato i tassi di interessi in maniera aggressiva: un rialzo che non si vedeva dal 1994.
Quando tutti, e sottolineo tutti, dicevano che l’inflazione alta sarebbe stata transitoria, eravamo pochissimi a sostenere il contrario…e purtroppo, visti oggi, gli articoli che ho scritto qualche mese fa fanno ancora più paura…
La crisi finanziaria è avanzata, neppure un intervento in extremis della BCE sarà utile e produttivo.
Nessuno conosce in che cosa consistono questi potenziali, eccezionali paracadute messi in campo dalla BCE. Il problema non è tanto che cosa possono fare le banche centrali o se queste hanno ancora assi nella manica per intervenire.
Il problema è che ci troviamo in un contesto in cui il ciclo economico sta cambiando radicalmente e lo testimoniano chiaramente i grafici sui tassi di cambio dei Paesi export, gli spread dei bond societari e non, il ciclo delle commodities.
Stiamo assistendo a un vero e proprio sgretolamento dei mercati finanziari. Se consideriamo, come esempio, i titoli di stato tedeschi – che da sempre sono considerati come sicuri parcheggi di liquidità – questi dal 2022 sono passati da 230 euro a 152 euro. Hanno perso il 33%.
Un crollo del genere di tutto l’obbligazionario governativo europeo non si vedeva dal 1994. Siamo in una situazione di crisi finanziaria così avanzata dove credo che anche un intervento in extremis della BCE non possa essere utile e produttivo.
Le banche centrali hanno usato tutte le loro armi nel tenere i tassi di interesse negativi e in particolare la BCE non ha mosso i tassi al rialzo per 11 anni, e li ha tenuti artificialmente negativi per 7 anni. Nel momento in cui questo contesto si esaurisce, il mercato ne risente in maniera inequivocabile.
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