Blog

Clienti “sacrificati sull’altare dei riequilibri economici” delle banche

Unicredit e la lettera ai clienti: “da luglio nuovi costi sui conti”.

Le Banche italiane stanno provando a dichiarare guerra ai tassi negativi e lo fanno scaricando la loro condizione di bilancio negativo sulla clientela: dopo la decisone di Fineco, adesso è Unicredit ad uscire allo scoperto 
con una proposta di “modifica unilaterale” inviata ai clienti sottoscrittori del conto “my Genius”.
Anche Unicredit, come Fineco, sostiene che l’attuale contesto di mercato giustifica un aumento dei costi dei canoni mensili del conto my Genius: la Banca menziona presunti “equilibri economici” che sarebbero venuti meno e che possono essere riequilibrati, a loro modo di vedere, solo con un aumento dei costi per i clienti.

Come aumentano i costi dei conti di Unicredit

Di seguito sono elencati gli aumenti dei costi mensili dei diversi conti: —my Genius passerà da 1,78 Eur a 3,03 Eur, con un incremento del +70%; -il contratto Transazionale Silver aumenterà da 7,72 Eur a 10,05 Eur (+30%); -il Gold da 10,83 Eur a 14,42 Eur (+33%); -il Platinum da 19,97 Eur a 23,56 Eur (+18%); I canoni dei moduli Investimento Platinum e Gold non cambieranno.

Clienti sacrificati “sull’altare dei riequilibri economici delle Banche”

Se le Banche arrivano a tanto, è perchè sono costrette dalla contingenza economica, come scritto nella lettera di Unicredit; tuttavia resta il tema del rapporto con la clientela: un rapporto “interrotto” e privo di quella forma di dialogo che dovrebbe avvicinare le parti invece che allontanarle, dal momento che il “cliente che non investe” e che lascia i soldi in conto corrente, senza movimentarli, non può e non deve essere considerato un peso.

clienti rappresentano il patrimonio più importante delle Banche ed invece di essere tutelati ed aiutati (soprattutto nell’attuale contesto di enorme difficoltà economico-finanziaria, dovuta al lockdown ed alla pandemia), vengono sacrificati “sull’altare degli equilibri economici da ristabilire”.

Per le Banche italiane il peso dei tassi negativi si è fatto più forte nell’anno del Covid-19 ed a seguito delle politiche ultra-espansive della Bce, il trend al ribasso dell’Euribor non ha avuto sosta, portando Fineco a decidere di chiudere i conti correnti inattivi con giacenze superiori ai 100.000 Eur.

La decisione presa in Italia si inserisce in una serie di provvedimenti avviati anche in altri Paesi europei, dal momento che in settembre, diverse Banche francesi hanno annunciato l’applicazione di un tasso negativo sui conti correnti di clienti con patrimoni elevati: anche in Germania, la Sparkasse di Monaco, la quinta cassa di risparmio su scala nazionale, ha scelto un tasso negativo per tutti i depositi superiori a 100.000 Eur.

La decisione di Fineco per contrastare i tassi negativi

Dal 18 maggio i correntisti di FinecoBank dovranno sottostare a nuove regole, che prevedono che per i clienti con almeno 100.000 Eur di liquidità sul conto, ma privi di finanziamenti o di forme di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato, la Banca potrà rescindere il contratto e chiudere il conto del cliente.

FinecoBank lo ha annunciato in una lettera di Proposta di modifica unilaterale del contratto”, che spiega le conseguenze dei tassi negativi per le Banche, evidenziando che, rispetto al 2019, le politiche espansive anti-pandemia adottate della Bce, hanno contribuito ad abbassare l’Euribor ad un livello tale per cui, ogni trimestre, un conto corrente con una giacenza media di 100.000 Eur, costerebbe alla Banca 24,5 Eur (l’Euribor è il tasso utilizzato dalle banche nelle proprie operazioni di finanziamento).

“Il mantenimento sul conto corrente di giacenze liquide rilevanti, genera per FinecoBank significative ripercussioni negative sull’equilibrio economico fra i costi sostenuti per l’erogazione del servizio ed i ricavi derivanti dall’utilizzo dello stesso”, ha scritto la Banca.

Di fronte a questi nuovi costi, la scelta di FinecoBank è stata quella di mantenere inalterate “le condizioni economiche stabilite a novembre 2019”, ma di modificare le condizioni contrattuali, in modo da limitare i depositi di liquidità che non costituiscono per la Banca opportunità di guadagno, bensì solo costi.

Per saperne di più

Contattami per maggiori informazioni, proposte o anche solo per conoscermi meglio